The Crown, Netflix è costretta a chiarire che è una fiction…
Di fronte all’ennesima polemica, questa volta sollevata da Judi Dench, Netflix pubblica un disclaimer per ricordare che The Crown è una fiction.
“The Crown è una fiction“: quanto raccontato è una “drammatizzazione fictional, ispirata da fatti realmente avvenuti, che racconta la storia della Regina Elisabetta II e gli eventi politici e personali che hanno segnato il suo regno“. Questo è il disclaimer che Netflix si è ritrovata a dover pubblicare a margine della pubblicazione del trailer della quinta stagione della serie, che sarà disponibile sulla piattaforma dal prossimo 9 novembre. Una precisazione non dovuta, ma con la quale Netflix prova a sedare le periodiche ondate di indignazione verso le ricostruzioni offerte dalla serie, prese di mira di volta in volta da testimoni privilegiati dei fatti, da amici dei protagonisti, più diffusamente dall’opinione pubblica e addirittura da un Ministro della Cultura.
Nel novembre 2020, alla vigilia dell’uscita della quarta stagione, l’allora Segretario alla Cultura Oliver Dowden si mosse affinché la piattaforma aggiungesse un disclaimer per mettere in evidenza al pubblico che quanto viene raccontato in The Crown è una (verosimile, ma fantasiosa) ricostruzione da parte degli autori e non una fedele ricostruzione di fatti storici. Nella dichiarazione rilasciata all’epoca al Daily Mail, il Segretario appariva consapevole che si trattasse “di un’opera di finzione ben prodotta“, ma evidenziava l’opportunità che Netflix chiarisse la natura del contenuto: “Senza questo, temo che un’intera generazione di spettatori, che non ha vissuto questi eventi, possa confondere finzione e realtà”, disse.
Se negli anni cenni di non celato nervosismo sono arrivati dall’allora principe Carlo e dal figlio William – ovviamente via via che i fatti narrati si avvicinavano alla contemporaneità – la Regina non ha mai fatto sentire la propria opinione. Proprio come ‘the crown’ vuole. Ora che la regina non c’è più e che Carlo ne ha preso il posto, si sono alzate altre voci di protesta contro la serie. La più recente è quella dell’attrice Judi Dench, amica della regina consorte Camilla, verso la quale – dice – la serie è troppo crudele. La Dench ha addirittura fatto pubblicare una lettera aperta sul Times ancor prima che la quinta stagione andasse in onda: al centro delle polemiche non solo la figura della regina consorte, ma anche alcune battute fatte dire a Carlo sul rapporto con la madre, fino ad arrivare alla linea narrativa che vedrebbe l’allora premier John Major pensare a un’abdicazione della Regina. “Tutte sciocchezze” ha commentato l’ex premier.
“Via via che il dramma si avvicina ai giorni nostri, più liberamente sembra che i produttori si stiano prendendo licenze artistiche in nome del sensazionalismo. […] Dovrebbe mettere un’avvertenza all’inizio di ogni episodio in segno di rispetto a una sovrana che ha servito il suo popolo per 70 anni. Solo così potrebbe conservare la sua reputazione agli occhi degli abbonati britannici”
si legge nella lettera pubblicata dal Times dalla Dench.
Di fronte all’ennesima richiesta – polemica – di chiarire che si tratta di una fiction e di fronte al timore che il pubblico non riesca a distinguere tra realtà e finzione (e questo è un problema serio che richiama alla necessità di un’educazione ai media, alla letteratura, alla comprensione dei testi), Netflix ha quindi optato per un disclaimer su YouTube.
Un portavoce di Netflix ha ribadito a Variety che The Crown
“è sempre stato presentato come una fiction basata su eventi storici. La stagione 5 è una narrazione fictional che prova a immaginare cosa può essere successo nel segreto delle stanze reali in un decennio che ha significato tanto per la Famiglia Reale, peraltro già scandagliato e documentato con dovizia da giornalisti, biografi e storici”.
Come a dire ‘noi arriviamo buoni ultimi’. E anche che non sono documentaristi. In fondo uno dei segreti del successo della serie sta proprio nella ricerca della mimesi – fatti, ambientazioni, costumi -, nella ricostruzione dettagliata degli eventi storici – anche con l’ausilio di materiali di repertorio -, unite a una scrittura capace di grandissima verosimiglianza, che è poi la vera forza di un qualsiasi prodotto fictional che voglia conquistare il pubblico. Che poi il pubblico non riesca più a distinguere realtà e fantasia mette in luce un doppio problema: un approccio acritico verso i media e la mancanza di conoscenza/curiosità verso la realtà storica. Ma questa è un’altra storia.
Viene però da domandarsi come sia possibile credere che i fatti narrati da The Crown, soprattutto dalla quinta stagione, con Dominic West che interpreta Carlo…
Se Carlo fosse stato così, forse la storia sarebbe stata diversa. Dall’inizio.